Il Product Design spiegato con un progetto particolare: la sedia Origami
Spesso l’avvio di un progetto è laborioso e tormentato.
Abbozzi una prima idea, poi inizi a modificarla, la guardi, non ti convince e la modifichi ancora... e ancora... e ancora, fino a farla diventare tutt’altra cosa rispetto all’idea iniziale.
Certi progetti invece nascono di getto, talmente perfetti che non riesci più a migliorarli né a modificarli, ed è quello che è successo con questa sedia dall’aspetto minimalista.
(tempo di lettura: 2min 35s)
La provocazione
L’ho schizzata su di un pezzetto di carta, se non ricordo male il tovagliolo di un pub (vedi immagine), subito dopo aver incontrato il presidente di un'azienda friulana leader nella produzione di sedie e complementi d’arredo, che mi ha stimolato con una provocazione: “Floreanini, mi faccia una sedia in alluminio senza saldature e le prometto che la produco!”.
La risposta
Un paio di settimane più tardi sono nuovamente da lui con un prototipo in scala reale (vedi immagini "Polaroid" qui sotto) che, seppur grezzo, rappresenta fedelmente l’idea originale.
Le parti fondamentali della sedia (seduta, schienale e le quattro gambe) sono ritagliate a laser, in un unico pezzo, da una lastra rettangolare di alluminio di soli 6 mm di spessore.
Anche le due barre utilizzate per irrigidire la struttura sono ricavate dalla stessa lastra, riducendo così a zero il materiale di scarto.
La sedia prende forma semplicemente piegando la lastra (da qui il nome Origami) e fissando le due barre di irrigidimento con dei rivetti a caldo; quindi niente saldature.
Una verniciatura speciale con finitura gommata, rende la sedia più calda e morbida alla vista e al tatto.
La consegna
"Le ho portato una sedia in alluminio senza saldature..."
Era divertito quando sono entrato nel suo ufficio con quel pezzo di alluminio piegato, forse per i miei modi impacciati ma credo anche per la faccia tosta!
Non si aspettava di vedermi così presto e soprattutto si aspettava dei disegni, delle proposte, qualcosa su cui discutere e confrontarsi.
Ho apprezzato allora e ancora di più poi, la sua disponibilità e fiducia nei miei confronti perché, il presidente, ha mantenuto la sua promessa!
Credo abbia voluto premiare non tanto il prodotto (sicuramente poco spendibile sul grande mercato), ma soprattutto l'entusiasmo e la prontezza con la quale avevo dato risposta ad una sua richiesta.
Un progetto come tanti?
È sicuramente un valido esempio di product design, in quanto l’estetica è funzionale alle esigenze della produzione, riducendo i costi e semplificando i processi.
Nessuno spreco di materiale, nessuna saldatura, minimo assemblaggio.
Ma non è solo questo.
La storia di questo prodotto è particolare sotto molti punti di vista, per come mi è stato commissionato e per come l'ho presentato e proposto.
Normalmente l'iter di un progetto è molto diverso (in uno dei prossimi articoli lo descriverò nei dettagli), perché si sviluppa in fasi ben precise dal momento in cui l'azienda ti affida l'incarico.
Sono particolarmente legato a questo prodotto, non solo perché mi piacciono le soluzioni adottate, ma anche per un fattore emotivo e sentimentale.
Erano gli inizi della mia attività di designer industriale, ero giovane e inesperto e non rispettavo le regole semplicemente perché non le conoscevo.
Sono uscito dagli uffici di quell'azienda con un solo pensiero: trovare una soluzione a quanto mi era stato richiesto.
Quando mi sono ritrovato l'idea schizzata su quel pezzetto di carta non ci ho pensato un attimo.
Nessun rendering, nessuna soluzione alternativa, nessuna analisi di costo e di fattibilità da presentare al cliente, ho preso un pezzo di cartone e ho realizzato un modello estetico in scala reale.
Il giorno dopo ero in officina con una lastra di alluminio da 130 x 40 cm sotto al braccio e alla sera quell'idea, che poche ore prima era solo nella mia testa, era diventata un oggetto reale e ci stavo seduto sopra.
Questa sedia non è solo un progetto riuscito.
Questa sedia rappresenta per me un concentrato di energia ed entusiasmo a cui attingo tutte le volte in cui mi sento imbrigliato e costretto in schemi troppo rigidi, che limitano il pensiero positivo e la libertà d'azione.
Diversamente è difficile immaginare e costruire qualsiasi cosa.
Grazie per aver letto questo articolo.
Se ti è piaciuto o semplicemente vuoi parlare di design e condividere le tue esperienze contattami qui, oppure dai un'occhiata al sito per ulteriori info sulla mia figura professionale.
A presto.